Comitato Ordine e Sicurezza Pubblica, temi trattati: vendita derivati canapa e provvedimenti antidegrado

Si è svolta questa mattina, 14 maggio, presieduta dal Prefetto Giuseppina Reggiani, una riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica alla quale hanno preso parte, oltre ai vertici delle Forze dell’Ordine, i rappresentanti dei Comuni di Rieti e Magliano Sabina.

Gli argomenti all’ordine del giorno hanno riguardato alcune direttive emanate dal Ministro dell’Interno in merito a specifici aspetti di ordine e sicurezza pubblica che prevedono, in diversi settori, l’adozione di misure volte a contrastare le opportunità criminali, e ad incidere positivamente sul livello di sicurezza e di benessere percepiti dalle comunità locali.

In particolare, è stata approfondita la recente direttiva del Ministro dell’Interno contenente indirizzi operativi per l’adozione di provvedimenti antidegrado e contro le illegalità.

Il Prefetto ha sottolineato che la sicurezza urbana costituisce un bene pubblico primario, la cui efficace realizzazione presuppone il concorso di diversi soggetti finalizzato, in una governance multilivello, alla realizzazione di un “ordinato vivere civile”. In quest’ottica, ha sottolineato l’importanza dei poteri di ordinanza demandati ai Sindaci per prevenire e contrastare eventuali situazioni di degrado.

È stata successivamente approfondita la tematica riguardante il contrasto all’esercizio abusivo delle attività di vigilanza privata. Il Prefetto ha evidenziato la necessità di distinguere le attività di vigilanza e custodia dei beni, soggette a specifiche autorizzazioni di polizia, dai servizi di mero “portierato” o “global service”; ciò al fine di evitare ogni situazione di abuso. In tal senso saranno emanate puntuali circolari esplicative agli Enti Locali, alle Amministrazioni periferiche dello Stato nonché alla Camera di Commercio per un’attenta campagna informativa a favore delle categorie professionali ed economiche interessate.

Particolare attenzione è stata, inoltre, rivolta alla direttiva del Viminale contenente indirizzi operativi sulla commercializzazione di derivati e infiorescenze della canapa, che possono costituire fattore di rischio qualora siano utilizzati in difformità alle previsioni di legge.

Il Comitato ha esaminato ed approvato il progetto di un sistema di videosorveglianza presentato dal Comune di Magliano Sabina al fine di contribuire a rendere più efficace il controllo del territorio. In particolare, il progetto prevede l’installazione di 20 telecamere localizzate in punti strategici, le cui immagini saranno raccolte da una stazione di monitoraggio, inoltre sarà posizionata idonea segnaletica nelle aree soggette alla videosorveglianza.

Licenziati dopo un “cambio d’appalto”, Ksm condannata: due guardie giurate reintegrate

A oltre due anni dal loro licenziamento, arrivato dopo un cambio d’appalto tra due istituti di vigilanza che poi non si sarebbe concretizzato, i giudici hanno riformato la sentenza di primo grado e condannato la Ksm a reintegrare due guardie giurate, risarcendole con un’indennità pari a dodici mensilità, cui si aggiungono contributi previdenziali, assistenziali e il pagamento delle spese legali. E’ una sentenza destinata a fare giurisprudenza quella depositata dalla corte d’Appello, sezione lavoro, del tribunale di Palermo che ha stabilito come “la ratio dell’istituto in oggetto – si legge nel provvedimento – configura presupposto indefettibile per l’operatività del cambio d’appalto, quale legittima causa giustificativa del licenziamento da parte della società uscente, l’effettivo e incondizionato subentro di un altro istituto di vigilanza nel medesimo appalto di servizi”.

Una delle due guardie giurate in questione, l’attuale segretario provinciale del sindacato autonomo di categoria Saves Fabrizio Geraci, era stato licenziato nel 2017, dopo quasi 30 anni, chiudendo la sua esperienza con il colosso della vigilanza privata quando lavorava davanti a una delle filiali Unicredit. Dopo la lettera inviata dalla Ksm e la comunicazione sul cambio d’appalto (che in realtà era una cessione volontaria) la Sicilia Police srl – che sarebbe dovuta subentrare nel servizio – ha fatto dietrofront: “La scrivente società – scrivevano in una lettera inviata alla guardia giurata – ha tuttavia deciso di non poter espletare il suddetto servizio di vigilanza per come comunicato alla Ksm Security ed agli uffici competenti. Con la presente siamo spiacenti di comunicarle, pertanto, che non ci è possibile assumerla alle nostre dipendenze”.

Secondo il sindacalista il meccanismo adottato dagli istituti di vigilanza, sebbene abbiano passato i “controlli” delle autorità competenti, sarebbe servito solo a eludere le norme e il contratto collettivo nazionale del lavoro. “E’ un altro tassello di questa vicenda – ha dichiarato Geraci a PalermoToday – che ha visto coinvolti me e un collega suo malgrado, licenziati il 14 aprile 2017 a seguito di un ‘cambio appalto’, che dall’entrata in vigore del ‘Jobs act’ ha visto un susseguirsi di ‘passaggi’, soprattutto nel settore della vigilanza privata. E’ un modo del tutto ‘legale’ di privare il lavoratore delle tutele previste dall’articolo 18, ed è al contempo un modo per ‘eludere’ eventuali licenziamenti individuali”.

“La corte d’Appello di Palermo – spiegano gli avvocati Ignazio Fiore, Giuseppe Varisco e Salvo Cangialosi che hanno assistitito le due guardie giurate – ha svolto un’attenta analisi della disciplina del cambio di appalto, con riferimento ad un settore ove questo viene sovente utilizzato, chiarendo quali siano i limiti di applicabilità di detta procedura, a garanzia dei lavoratori coinvolti ed affinché si evitino elusioni di norme imperative in materia di licenziamenti”. Adesso i legali difensori della Ksm spa dovranno decidere se ricorrere in Cassazione per sostenere la legittimità dell’operato della società, ma questa sentenza potrebbe segnare un punto di svolta sul fenomeno dei cambi d’appalto anche su scala nazionale che – secondo i sindacati – si sarebbero trasformati in uno strumento per “ripulire” i lavoratori dai diritti maturati e loro riconosciuti.

Un caso analogo e in fase di definizione sta riguardando una guardia giurata che per 10 anni ha prestato servizio all’ex Ansaldo Breda di Carini. Dopo tre cambi d’appalto il lavoratore è passato alle dipendenze della Global security international, che poi avrebbe deciso di passare la palla alla Security service. Quest’ultima però, come si legge nella vertenza avviata dal lavoratore alla Regione, “è nell’impossibilità di perfezionare il cambio d’appalto in quanto la gara che ha assegnato il servizio de quo è stata annullata”. Il servizio però, nelle more di definire la gara d’appalto, è stato nuovamente affidato per 6 mesi alla Security service, che ha annunciato l’intenzione di assumere il lavoratore con un contratto a tempo determinato e con condizioni diverse da quelle di partenza.

Il progetto di Portierato di Quartiere è realtà anche a Spoleto

Il Comune di Spoleto, nell’ambito del progetto AISA, avvierà la sperimentazione della figura del “Portiere di Quartiere”, che con la sua attività di portierato sociale, attraverso azioni visibili e riconoscibili, sarà chiamato ad intercettare varie istanze dei cittadini creando alleanze, sinergie e collaborazioni tra Amministrazione comunale, organizzazioni private, associazioni locali e singoli cittadini, al fine di migliorare le condizioni di vita all’interno del quartiere.

“Quella del portierato sociale – ha spiegato il vicesindaco Beatrice Montioni – è una figura di riferimento che opera come virtuosa ed efficace interfaccia tra cittadini e Comune, un punto di raccolta delle istanze e delle idee della comunità, proponendosi come elemento catalizzatore importante di una rete sinergica che avvicinerà ancora di più istituzioni, associazioni, cittadini; un modo per facilitare anche i processi di progettualità, partecipazione attiva, decoro, sicurezza. Abbiamo deciso di far partire questo progetto nel prossimo mese di maggio, iniziando dalla zona di via Visso a Passo Parenzi.”

Nel corso del secondo semestre del 2018 gli operatori del progetto AISA – “Intermediazione Sociale all’Abitare”, gestito in convenzione con il Consorzio ABN Network sociale di Perugia – hanno proceduto ad effettuare una molteplicità di sopralluoghi nell’area individuata, tesi a mappare il territorio stesso oggetto della sperimentazione.  Dal lavoro di mappatura effettuato è emerso come il quartiere risulti avere un potenziale comunitario significativo, insistendo nella zona numerose scuole (dalle scuole per l’infanzia agli istituti superiori), attività commerciali, associazioni aggregative e ricreative. La figura del Portiere sociale, in linea con quanto previsto dal Piano Sociale Regionale 2017/2019, promuove sul territorio laboratori di comunità finalizzati alla co-progettazione di interventi sul quartiere, alla costruzione di nuove connessioni sociali, sviluppando e valorizzando quelle già esistenti tra i soggetti istituzionali, gli stakeholder e i cittadini.

L’azione del Portiere sociale come operatore di quartiere, che a partire dal prossimo mese di maggio si realizzerà con cadenza settimanale, è orientata alla ‘cura della città’ in termini di valorizzazione dello spazio fisico e dei luoghi pubblici, nonché alla ‘cura delle persone’ in termini di implementazione dei servizi alla persona già consolidati o da sviluppare in termini innovativi. L’operatore di quartiere svolgerà la sua funzione con i soggetti collettivi del territorio, sviluppando attività di ascolto nell’ambito della comunità e favorendo l’attivazione delle reti sociali allo scopo di definire specifici progetti condivisi ed economicamente sostenibili.

Sicurezza al Cardarelli, vigilanza armata nelle ore notturne

Il 14 marzo l’ultimo episodio in ordine di tempo: nel cuore della notte un operatore sanitario è stato aggredito nei corridoi dell’ospedale Cardarelli. Il portantino è stato avvicinato da un uomo che lo ha aggredito ed ha tentato di strangolarlo. Il malvivente si è poi dato alla fuga facendo perdere le sue tracce. Ma non è stato l’unico episodio. Una situazione di insicurezza e pericolo denunciata da anni dagli operatori sanitari del presidio di contrada Tappino dove si riesce ad entrare con facilità, anche di notte, senza essere ‘notati’. Una trentina, infatti, gli accessi all’ospedale ‘sprovvisti’ di telecamere di videosorveglianza. L’Asrem ha così deciso di correre ai ripari e garantire maggiore sicurezza a pazienti, medici e infermieri: il 3 maggio il direttore generale Gennaro Sosto, con propria delibera, ha affidato alla ditta Aquila Srl il servizio di vigilanza armata al Cardarelli.
Un provvedimento necessario dopo le numerose segnalazioni sulla presenza di persone che nelle ore notturne bivaccano nelle aree dell’ospedale. La ditta garantirà, al costo di 30mila euro e per sei mesi dalla stipula del contratto, il servizio di guardia armata itinerante presso l’ospedale Cardarelli 7 giorni su 7 dalle ore 20,00 alle ore 6,00 del giorno successivo pari a 10 ore giornaliere.